L'osteoporosi può causare la parodontite?
L’osteoporosi è la più frequenze tra le malattie ossee e significa “osso poroso”. Colpisce principalmente le donne, che dopo la menopausa, per squilibri ormonali, aumentano il rischio fino a 4 volte.
Se soffro di osteoporosi posso contrarre la parodontite?
La risposta è che in presenza di parodontite esiste un maggior rischio di sviluppo della parodontite nonchè una difficoltà maggiore a sostituire i denti mancanti con impianti!
Fondamentale è anche ricordare come l’assunzione di bifosfonati, alcuni dei farmaci più comuni per il trattamento dell’osteoporosi, può creare dei danni molto importanti nella bocca in caso di chirurgie ed estrazioni, causando quella condizione chiamata osteonecrosi. In caso di osteonecrosi l’osso inizia a “morire” appunto da solo in seguito a traumi come chirurgie o estrazioni ed è una condizione estremamente difficile da trattare.
Per questo motivo è fondamentale, prima di iniziare ad assumere queste medicine, effettuare una visita completa dal dentista per trattare eventuali infezioni.
Ma cos’è esattamente l’osteoporosi?
L’osso normalmente ha la forma ad alveare ma accade che, in questi soggetti, i “vuoti” dell’alveare sia progressivamente sempre più grandi, a causa di perdita della massa ossea.
In questo caso la resistenza dell’osso si riduce, portando ad un sostanziale aumento del rischio di fratture dovuto alla diminuzione della densità ossea. In casi gravi ogni minimo sforzo può causare fratture anche spontanee, compromettendo in modo importante la vita quotidiana.
Durante la vita l’osso ha la capacità, tramite un equilibrio tra molecole chiamate osteoblasti ed osteoclasti, di modificarsi grazie ad un processo di riassorbimento nuova creazione. La presenza di osteoporosi fa sì che avvenga il riassorbimento osseo ma non il suo rinnovamento, a via di una maggiore produzione di osteoclasti, le molecole “distruttici” dell’osso.
Oltre allo squilibrio ormonale, con ridotta produzione di estrogeni, altre cause si trovano nella scarsa assunzione di vitamina D e di calcio. Il reumatologo Luigi Sinigaglia afferma come il 75% degli italiani soffre di carenze di vitamina D. La diagnosi può avvenire con varie metodiche, tra cui anche analisi del sangue o esami radiografici, anche se l’esame più corretto per la densità ossea si chiama MOC, ossia Mineralografia Ossea Computerizzata, consigliata a tutte le donne sopra i 65 anni in età post-menopausale.
La terapia, successiva alla diagnosi, è spesso legata ad un miglioramento dell’attività fisica e all’integrazione di vitamina D e/o calcio. Oppure vengono somministrati farmaci, come ad esempio quelli della classe dei bifosfonati, capaci di bloccare gli osteoclasti. L’assunzione di quest’ultima classe di farmaci ha però una grave correlazione con l’odontoiatria: diventa un fattore di rischio per lo sviluppo di osteonecrosi dei mascellari in seguito ad interventi di chirurgia orale anche banali. Per questo motivo, se il reumatologo ritiene che i bifosfonati siano la terapia corretta per l’osteoporosi, è necessaria una bonifica del cavo orale prima dell’inizio della stessa.
L’osteoporosi può causare problemi di densità in tutte le ossa, comprese quelle dei mascellari.
Ad esempio in presenza di protesi mobili ed osteoporosi si possono riscontrare dei problemi di adattamento delle protesi in quanto l’osso va incontro a riassorbimento ma non a rimodellamento. Inoltre pare fondata la tesi che le donne con osteoporosi hanno una maggiore probabilità di avere denti mobili e quindi di perdere i denti. Il legame tra osteoporosi è parodontite fu ipotizzato molti anni or sono, anche se sono molto recenti alcune ricerche scientifiche che vanno a dimostrare le cause genetiche di questa correlazione.
Nel 2009 il ricercatore giapponese Zhao ha mostrato come la carenza genetica di produzione di una molecola chiamata IRF-8 porti ad una maggiore produzione degli osteoclasti e quindi ad un aumento del rischio di sviluppare parodontite, osteoporosi ed anche artrite. Del 2011 è invece la ricerca italiana dell’istituto Microdentistry, che mostra una stretta correlazione tra la vitamina D ed il rischio di sviluppo di parodontite ed osteoporosi.
Tramite la valutazione genetica, eseguibile con un semplice test (eseguito anche nei centri Microdent), di un recettore per la vitamina D chiamato VDR si può verificare l’eventuale predisposizione a queste patologia. Se questo recettore è alterato geneticamente, porta a minori livelli nel sangue della vitamina stessa. L’alterazione definita dalla presenza di un genotipo chiamato TT porta addirittura ad un rischio di 3,5 volte maggiore di sviluppare parodontite cronica. L’alterazione di questo recettore porta anche ad un maggiore rischio di complicanze implantari e di fallimento delle procedure di ricostruzione ossea.
La possibilità di eseguire questo semplice ed economico test ha anche un altro importante valore aggiunto. Infatti valutando l’eventuale predisposizione in giovane età è possibile attuare una manovra di prevenzione dello sviluppo dell’osteoporosi integrando la vitamina D e magari eseguendo il test MOC precocemente, per individuare la presenza di alterazioni della densità ossea.
Ecco i consigli per prevenire l’osteoporosi:
- Mantenete uno stile di vita sano ed attivo, svolgendo regolare attività fisica
- L’alimentazione deve essere ricca di vitamina D e di calcio
- Eseguite, quando richiesto, il test MOC
- In presenza di parodontite o anche senza, eseguite un test genetico per valutare l’eventuale alterazione del recettore VDR
- Riducete il fumo ed il consumo di superalcolici
Se sei affetto da osteoporosi e vuoi avere una corretta valutazione del tuo stato gengivale o fare un’esame per valutare l’alterazione VDR, non esitare a contattarci.
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