Dopo l’igiene le gengive mi fanno male e i denti sono sensibili, è normale?
La presenza di fastidi durante e dopo l’igiene professionale dipende molto dalla sensibilità personale nonché dalla presenza di un certo grado d’infiammazione e di eventuali recessioni gengivale con la scopertura dei colletti dentali. Inoltre la presenza di molto tartaro, soprattutto se sotto il margine gengivale, richiede una pulizia molto approfondita. Il fastidio può essere ridotto con l’utilizzo di collutori e effettuando controlli frequenti, che non permettono l’accumulo di grandi quantità di tartaro.
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Se ho già sviluppato una parodontite (piorrea) basta la pulizia per curarla?
La risposta è no. La parodontite è una infezione batterica ed i batteri non si nascondono solo nel tartaro, rimosso con l’igiene professionale, ma anche all’interno del dente e delle gengive. Per curarla in maniera definitiva, dopo accurata diagnosi, è necessario l’utilizzo del laser ad alta potenza che permette la rimozione dei batteri anche da queste zone difficili da raggiungere. Infatti a volte neanche la terapia chirurgica è risolutiva, in quanto non sempre si riesce a decontaminare integralmente tutte le zone della bocca, in cui possono residuare batteri causa della recidiva.
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Quante volte all’anno bisogna eseguire la pulizia professionale?
La frequenza con cui bisogna recarsi dal dentista per il richiamo periodico dipende da numerosi fattori e non è uguale per tutti. Ad esempio dipende dal grado di produzione del tartaro, dalla presenza di impianti o manufatti protesici, dal grado di predisposizione genetica alla malattia parodontale (valutabile grazie ad un semplice test), dal grado di igiene orale domiciliare e dalla presenza di tasche gengivali. Sarà quindi compito del professionista valutare tutti questi parametri e mettere a punto un programma di mantenimento corretto, che potrà richiedere da 1 a 5-6 sedute di controllo all’anno.
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Le gengive mi sanguinano sempre. Pensavo fosse cosa normale.
Non è assolutamente normale. Se ci sanguinasse una qualsiasi parte del nostro corpo, non lo considereremmo normale. Il sanguinamento alle gengive è il primo campanello d’allarme dello sviluppo di problemi gengivali! Bisogna quindi consultare il dentista per valutare bene la situazione.
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I miei genitori soffrivano di piorrea e hanno perso i denti molto giovani. Succederà anche a me?
La parodontite ha una forte base genetica, ma ogni persona è diversa. Per questo motivo è necessario eseguire un test genetico (molto semplice e rapido) per capire esattamente la propria predisposizione e mettere in atto le corrette manovre preventivo/terapeutiche. Bisogna però ricordarsi come non basta essere predisposti per sviluppare la parodontite, che è in primis un’infezione batterica. Un soggetto molto predisposto che però si pulisce correttamente e segue il programma di mantenimento previsto non svilupperà la patologia!
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Ma la chirurgia, sebbene più invasiva del laser, è risolutiva?
Non necessariamente. La chirurgia spesso agisce solo sui danni che sulla base della patologia. Inoltre, anche se ottimamente eseguita, se non viene eseguito un controllo microbiologico a posteriori, non si è mai certi di aver tolto effettivamente ed efficacemente i batteri causa della patologia.
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Col laser si possono curare tutte le forme di parodontite? Ci sono controindicazioni?
La terapia biologicamente guidata può essere eseguita in tutti i pazienti, compresi quelli con problematiche sistemiche e pazienti in gravidanza. Inoltre, grazie all’accurata diagnosi e al monitoraggio microbiologico dei risultati nel tempo, è risolutiva per tutti i casi di parodontite, comprese le forme molto aggressive e le recidive
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Col laser le gengive tornano al loro posto? E l’osso si ricrea?
L’osso col tempo (6-24 mesi) può ricrescere, soprattutto in alcuni tipi di difetti ossei chiamati “ritentivi”. Però non bisogna aspettarsi una ricostruzione completa dell’osso perso, che non è ottenibile neanche con la chirurgia. La cosa più importante nel trattamento della parodontite è la guarigione dall’infezione. Riguardo alla gengive, le recessioni non guariscono col laser e possono essere trattate solo per via chirurgica. Le uniche indicazioni per la ricopertura radicolare sono però solamente estetiche.
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Dopo la terapia è sicuro che non mi torni più la parodontite?
La terapia parodontale non è un vaccino per la piorrea. Al fine di mantenere i risultati raggiunti bisogna seguire una rigida igiene orale domiciliare e aderire al programma di mantenimento messo a punto dal dentista. Sicuramente grazie alla terapia biologicamente guidata il rischio di recidive è molto basso grazie ai controlli microbiologici.
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La piorrea, malattia delle gengive meglio nota come parodontite, è una infezione batterica molto particolare ed unica, essendo causata da una moltitudine di batteri, oltre 600 specie. Motivo per cui non si può curare con gli antibiotici. Ma, notizia importante, questi batteri si possono trasmettere da una persona all’altra, ad esempio col bacio! Conosciamo quindi meglio questa patologia e se è o meno contagiosa.
Questa infezione attacca i tessuti di supporto del dente e può portare, se non curata correttamente, fino alla perdita degli stessi per totale riassorbimento dei suoi tessuti di supporto come osso e gengive.
I sintomi principali? Il sanguinamento alle gengive spontaneo o allo spazzolamento, anche se sporadico, è uno dei segni principali e premonitori di questa infezione. Non va assolutamente sottovalutato!
Altri segni sono sicuramente l’alito cattivo o alitosi, la comparsa di sensibilità al caldo o al freddo - data solitamente dalla scopertura dei “colletti” dentali per via delle recessioni gengivali - e ovviamente la mobilità dei denti per via della perdita ossea, segno quasi inconfutabile della presenza di parodontite.
Chi è affetto da questa patologia pensa spesso, con paura, di poterla trasmettere ai propri cari, in particolare al coniuge, col bacio.
Una ricerca ha mostrato come col bacio si trasmettano oltre 80 milioni di batteri in 10 secondi, e un’altra, più correlata alla parodontite, mostra come i batteri orali di coppie stabili siano pressochè gli stessi. Ma questo basta per “trasmettere” la parodontite?
Fortunatamente no, in quanto i batteri sono condizione necessaria ma non sufficiente per lo sviluppo della malattia. Infatti sebbene la presenza di batteri patogeni sia fondamentale per avere parodontite - che ricordiamo essere una infezione - per far sì che questa porti ai danni conosciuti entrano in campo altri due fattori principali: il sistema immunitario e la capacità di tenere sotto controllo la placca batterica con la pulizia domiciliare e professionale.
Il sistema immunitario è infatti il nostro primo sistema di protezione e se tutto funziona correttamente riesce a controbattere efficacemente l’attacco batterico. Ma se i batteri diventano troppi o troppo cattivi per via di una inadeguata pulizia domiciliare e/o professionale – ossia c’è un forte accumulo di placca e tartaro non rimosso correttamente – oppure il sistema immunitario ha delle alterazioni spesso genetiche che lo rendono più predisposto a questa patologia, i batteri possono prendere il sopravvento e scatenare una infiammazione importante dei tessuti che conduce alla comparsa dei comuni segni e sintomi della patologia.
Collegato a questo concetto affrontiamo velocemente anche un altro “falso mito” da sempre legato alla parodontite: “la parodontite è genetica”.
In verità, se analizziamo meglio la comparsa di questa malattia, scopriamo come non possa essere genetica in quanto è per definizione una infezione batterica! Ed i batteri non si prendono per via genetica!
Ciò che è genetico in realtà è il grado di predisposizione alla patologia, per via di una possibile ereditarietà di alcune alterazioni del sistema immunitario che fanno sì che questo abbia minori capacità di combattere efficacemente i batteri che arrivano dall’esterno.
Un esempio sono alterazioni di alcune molecole chiamate interluchine come IL-1, IL-10, IL-6 e altre. Quindi se una persona ha queste molecole alterate ed in più arrivano tanti batteri e non riesce a pulirsi correttamente…è destinato ad avere la piorrea!
Viceversa nonostante la predisposizione genetica se una persona attua i corretti protocolli di prevenzione professionale (pulizia dal dentista o igienista almeno 2 volte all’anno) e domiciliare (ossia si pulisce bene i denti a casa)…è destinato a NON avere la parodontite!
Tornando alla domanda “la parodontite è contagiosa?” la risposta è presto detta ed è così riassumibile.
I batteri dei due coniugi si possono trasmettere col bacio o attraverso l’uso di bicchieri o stoviglie comuni, ma per far sì che l’altro coniuge sviluppi la parodontite devono essere presenti un sistema immunitario predisposto e una bassa capacità di tenere pulita la bocca a casa.
Cosa fare quindi se uno in famiglia ha la parodontite?
La cosa migliore è attuare un controllo – nei nostri centri viene fatto gratuitamente al coniuge o compagno – a tutta la famiglia. Infatti è capitato che è stato curato perfettamente una persona che dopo qualche tempo ha sviluppato una recidiva…la causa era nel coniuge che era quindi un “untore” di batteri patogeni per l’altro, che aveva in più la sfortuna di avere un sistema immunitario predisposto!
Tramite analisi specialistiche molto semplici è inoltre possibile andare a fondo del problema tramite un’analisi dei batteri presenti – test microbiologico – e delle eventuali alterazioni del sistema immunitario – test genetico – che possono dare informazioni fondamentali per elaborare una terapia poco invasiva e dai risultati ottimali.
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